Sono passati un bel po' di mesi dall'uscita del numero 3 della rivista Splatter. In quel numero finiva la saga di Ruskin, un immortale a metà strada tra uno zombie e un vampiro, un condannato al pari di Lucifero, ma anche uno spirito nobile in grado di donare salvezza. Il suo è un viaggio continuo in un tempo che è il qui ed ora e che si confonde indistintamente tra il passato ed il futuro. Ruskin cercherà di "mettere le cose a posto", in una perenne corsa contro il destino per rivedere la sua amata e salvarla dall'orribile minaccia che porta in grembo: il loro bambino. Come Ruskin discende dagli Inferi ed è costretto alla spirale perpetua del suo oscuro cammino, così suo figlio è il portatore "insano" del Male, traendo le sue origini dal primo peccatore per antonomasia... Giuda Iscariota.
Questa storia è nata molti anni fa dalla mente malata di Paolo di Orazio, coadiuvato alle matite dal maestro Roberto Ricci. Ora... mettetevi nei miei panni, quando Paolo mi propone di proseguire la storia che 10 anni prima, a livello embrionale, aveva pubblicato con Ricci sulla rivista Heavy Metal! Mi aveva mostrato le tavole disegnate da Roberto (pubblicate poi sul numero 2 di Splatter) ed era praticamente impossibile riuscire a far di meglio. C'era l'atmosfera giusta, inquadrature dinamiche, tagli bellissimi. Inutile dire che l'ansia da prestazione era altissima.
Facciamo un salto in avanti ed arriviamo ad oggi. Se siete appassionati di fumetto o semplicemente ne seguite con interesse i retroscena, avrete sicuramente letto delle nomination per le varie sezioni del Premio Carlo Boscarato 2014 (all'interno del Treviso Comic Book Festival). Bene, so che sembra una barzelletta, ma tra i candidati per il premio per il miglior disegnatore italiano, accanto a nomi illustri del calibro di Cavenago o De Felici, ci sono anch'io per il lavoro svolto proprio su Ruskin... e sì, se ve lo state domandando, non lo so neanch'io come ci sono finito lì... e sì, me ne vergogno come un cane! Ovviamente non mi sento minimamente all'altezza e la cosa mi imbarazza non poco.
Dopotutto Ruskin è stato il mio primo lavoro "ufficiale" nel mondo del fumetto e, nonostante le corse per le consegne e le evidenti lacune nel disegno, in qualche modo sono riuscito a portarlo a termine. Ho avuto l'onore di poter disegnare il primo e l'ultimo capitolo di questa storia e ho potuto accompagnare per un po' Ruskin nel suo cammino (seppur breve). Sicuramente è un lavoro che mi porterò per sempre nel cuore proprio per le sue imperfezioni e le tracce della mia inesperienza. Già adesso quelle tavole mi sembrano così lontane e le rifarei quasi tutte daccapo, ma rappresentano un primo paletto segnato sul mio percorso.
Vi lascio, come al solito, alcuni estratti del terzo capitolo, quelli più riusciti a mio parere.